"In passato il dolore veniva spesso accettato, viste le poche possibilità di trattarlo, ed ancora oggi la tendenza è di ritenerlo qualcosa che deve essere naturalmente presente durante alcune fasi della nostra vita, come durante il parto, nel postoperatorio o nell' invecchiamento. Adesso convivere con il dolore non deve essere più una scelta obbligata: se la patologia è cronica non è detto che anche il dolore debba esserlo. Il mio lavoro consiste nel diagnosticare il tipo di dolore e nello scegliere il percorso terapeutico più appropriato per ridurre od annullare il sintomo, permettendo al paziente di riacquistare la propria autonomia ritornando il più velocemente possibile ad una  quotidianità, ad una vita di relazione, sportiva e lavorativa normale."


TERAPIA ANTALGICA o TERAPIA DEL DOLORE

Sono un’anestesista e mi occupo di Terapia Antalgica. La Terapia Antalgica o Terapia del Dolore è una branca specifica della Specializzazione Medica in Anestesia e Rianimazione. L’obiettivo è il trattamento del dolore acuto o cronico, esperienza emozionale e sensoriale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale o descritta in termini di danno(Definizione Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore e Organizzazione Mondiale Sanità). Il dolore può essere acuto o cronico, può impattare sulla qualità di vita, limitando le attività quotidiane, lavorative, sportive fino a compromettere pesantemente le relazioni familiari e sociali. Ogni persona vive il dolore in maniera diversa ed unica sia in termini di esperienza corporea che cognitivo-emozionale; cioè la percezione del dolore è influenzata dalla nostra interpretazione ed elaborazione che derivano dal bagaglio psicologico, sociale e culturale di ognuno di noi. Il trattamento del dolore, in particolare del dolore cronico, deve tenere conto di tutti questi aspetti e deve essere cucito sul singolo individuo.
Infine il dolore a volte è un sintomo a volte è una vera e propria malattia. Nel primo caso è la manifestazione di uno stato patologico, avvertita soggettivamente dal paziente in cui il sistema nell’organismo sta funzionando correttamente (esempio martellata sul dito, appendicite, artrosi, ernia discale, cancro). Nel secondo caso il sistema non funzione più correttamente, c’è una alterazione dei meccanismi di trasporto, elaborazione e controllo (avulsione dei nervi, ischemia cerebrale, algodistrofia, fibromialgia). Come terapista del dolore cerco di individuare le cause che hanno generato il dolore, effettuando una diagnosi attraverso la visita e la valutazione di esami specifici, scelgo con il paziente il trattamento più efficace e meno rischioso per ridurre o eliminare il dolore, tenendo conto di eventuali patologie associate, dello stato emotivo e di ogni aspetto individuale.
Essendo il dolore una esperienza così complessa talvolta mi avvalgo della collaborazione di altri colleghi specialisti (fisiatra, fisioterapista, reumatologo, neurochirurgo, neurologo, psicologo, oncologo, ortopedico, chirurgo etc) per un approccio multidisciplinare.

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